Cosa è "normale" in una società?
Ad esempio qui (come altrove) è "normale" che i ragazzi si scolino una lattina da 500 ml di birra media o doppio malto prima di entrare a scuola. E' "normale" che un comune lavoratore (impiegato) prima di andare a lavoro faccia 2-3 puntate al bar, la prima per un caffè corretto con cornetto, la seconda per un bel bicchierino di Whisky e la terza... la terza forse per la stessa birretta dello studente, che dà il tocco finale alla pre-sfacchinata.
Non tutti - nessuno - riesce più a tirare avanti senza l'alcool. Bisogna essere più che disinibiti nella propria volontà di stare bene e tenaci nella propria decisione di liberarsi di una sostanza cancerogena, killer di... un sacco di organi, per non bere neanche un po', ed è questo ciò che spetta a chi per troppi anni ha affidato all'alcool la funzione di "stampella" per ogni dramma piccolo e grande (dalla noia all'intensa depressione) delle sue giornate.
Non sono in grado di vivere con questo carico sulle spalle, ma con lui "ce la faccio", grazie a questa stampella "posso".
Ma con il tempo la stampella non è più una stampella: è un serpente che affonda i denti nella tua carne e ti inietta sempre più veleno nel sangue. Al contempo ti "stordisce". E tu pensi: "questo stordimento è il simbolo del benessere; devo continuare". Finché non viene il giorno in cui lo stordimento cessa. E resta solo il veleno.
I problemi causati dall'alcool sono così gravi in ogni ambito della vita che chi ne abusa per anni, una volta giunto a farci i conti, si trova alle spalle un deserto di macerie. Ma davanti alle macerie deve per forza bloccarsi dal continuare a distruggere, e cominciare a ricostruire quello che si può ricostruire. Anche se per il momento sembra un "nulla"; con l'attesa, anche dal deserto più arido può nascere un fiore.
Ma ancora, anche mentre aspetto questo benedetto fiore che si intrufoli fra le crepe del deserto e spunti alla luce, la bottiglia mi accompagna. Sta lì anche solo come "problema superato": è ciò che avviene con la sindrome dell'arto fantasma. La gamba è stata tagliata. Il dolore alla gamba recisa si sente comunque.
L'alcool non è più un "mio" problema. Ma lo è ancora.
L'alcool è stato parte di me e quella parte di me doveva essere amputata, e non posso -e non devo- più neppure bere "normalmente".
Anche se nelle ultime settimane mi è capitato di bere responsabilmente, più come "test di resistenza" che come reale voglia di bere, so che il mio compito è tenermene lontana quanto più possibile, e se possibile sempre; in qualunque momento tutto può tornare al medesimo, orrido, stato di prima.
Quindi sono in un altro tipo di "normalità" che è comunque più "anormale" della "normalità" comunemente intesa: sono qui con la mia angoscia e, dato che ho passato tutti quegli anni a fregarmene della mia salute, dato che ho sviluppato una dipendenza, non c'è più modo di ricorrere a quel tipo di "sollievo" che invece per le persone immuni da questa problematica (o che non intendono guarirne/risolverla... E quelli sono c...i loro...) è sempre accessibile quando se ne ha voglia.



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