martedì 11 novembre 2025

12. Un autobus pieno di gente

Libertà è follia. Assenza di "confini". Solo i pazzi sono liberi. Ma sono anche soli. Nel mondo come essi lo percepiscono, privo di quei "recinti" entro i quali ci confiniamo tutti, e confiniamo tutti gli altri, vivono - scorrazzano - in libertà come agnelli nelle praterie. 

Ma non c'è davanti a loro nessuna mèta, - solo gli orizzonti ineffabili di un 'domani' che sembra ripetersi all'infinito, sempre uguale a se stesso -, accanto a loro nessun compagno, nella loro vita nessun senso. 

Ecco cos'è la libertà: la propria unicità in modo totale, ma in una vita priva di significato perché priva di "direzione", vissuta giorno dopo giorno come un eterno presente che intrappola, che talvolta angoscia, soffoca. 

Come nel mio sogno:

Viaggiare su un autobus pieno di gente, al lato finestrino, dove scorre un bel paesaggio che puoi ammirare, mentre tutti nello stesso mezzo chiacchierano, ridono, fraternizzano fra loro. La solitudine striscia nelle tue vene raffreddandoti il sangue, mentre le colline scorrono fuori dal finestrino. Devi schermarti da quella sensazione di estraneità ineluttabile.

E per farlo, ti pizzichi il braccio. Ti graffi la pelle fino a far sorgere un fiore di sangue dalla ferita. Il tuo sangue ti mostra che sei vivo. Il tuo dolore è la prova che sei vivo. Se solo riuscissi a capire quello degli altri, sapresti di essere anche "umano". Ma gli altri non sono "te". Appartengono - dice la tua testa - a tutta un'altra Specie. Non c'è comunicazione, né comprensione, né contatto, né sentimento. Sei solo. Cominci a girovagare per le strade senza meta, di una durezza in volto inscalfibile, nulla ti suscita nessuna emozione. Nessuno ti suscita altro se non paura. E di quella paura ti fai scudo, indurendoti nel cuore e nei lineamenti del viso.

Quando si è giovani, ci si preoccupa sempre di queste stupidaggini. Solo i moribondi conoscono l'orrido fiato dell'abisso. E a loro dobbiamo affidarci, con amore, con cura. Amo gli anziani. Rispetto gli anziani. Amo i moribondi. Rispetto i moribondi. 

Rispetto i morti perché volano, felici, sopra le mie praterie. Dormono, sereni, sotto le mie praterie. Sordi e ciechi al mondo, sordi e ciechi al lamento del mondo. Nessuno può smentire la loro superiorità.

1 commento:

  1. Di sicuro coloro che sono morti hanno fatto il passo che tutti noi temiamo, quantomeno hanno superato l'esame più difficile della vita.
    sinforosa

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